Da Verona, da Alleghe e da Belluno tre dirette in streaming degli spettacoli realizzati sui territori colpiti dalla tempesta Vaia e in memoria delle vicende storiche della Prima Guerra Mondiale, con protagonisti gli alberi, i quarantadue milioni di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia. Sul palco, insieme agli attori, gli studenti che hanno seguito i laboratori del progetto, che ha avuto come oggetto simbolo il Vaia Cube simbolo di speranza e di rinascita del bosco. I tre spettacoli sono andati in scena al Teatro Nuovo di Verona, al Centro Congressi Franceschini di Alleghe e al Teatro Comunale di Belluno.
La testimonianza multimediale “Mi tengo a quest’albero mutilato” è stata curata da Rossana Valier, organizzata dal Teatro Stabile di Verona su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri finanziata dalla Regione del Veneto, è stata realizzata anche grazie al patrocinio del Comune di Alleghe e in collaborazione col Circolo Cultura e Stampa Bellunese, con la Fondazione Teatri delle Dolomiti, con la Fondazione Giovanni Angelini e con Vaia Cube. In scena – oltre a Valier – Susanna Cro, Alessandro Dinuzzi e gli studenti di diverse classi (della scuola secondaria di primo grado Don Milani di San Massimo di Verona, della scuola secondaria di primo grado Dino Buzzati di Caprile (BL) e del liceo Leonardo da Vinci di Belluno) che hanno seguito i laboratori di scrittura e di teatro, portando in scena i testi scritti da loro stessi e che sono stati poi raccolti e pubblicati come ulteriore ricordo di questa esperienza.
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Nei laboratori si è partiti dalla memoria: quella più lontana della guerra vissuta attraverso i racconti o le foto, e quella della tempesta Vaia più vicina ed incancellabile per i ragazzi che hanno raccontato quanto loro stessi avevano visto e udito. E dalla memoria ad altri temi: il bosco, la bellezza della natura o della propria terra, essere voce dei soldati della Prima Guerra o di messaggi di speranza e di pace. E dopo la scrittura, il lavoro sulla lettura, sulla voce. Protagonisti di questa testimonianza sono gli alberi, doppiamente di casa nel Bellunese: dal punto di vista fisico quanto letterario. Un grande bellunese, Dino Buzzati, questi alberi, coi suoi due racconti lunghi “Barnabo delle montagne” e “Il segreto del Bosco Vecchio”, li ha fatti amare al mondo intero. Agli alberi è dedicato il video iniziale dello spettacolo, realizzato da Federico Boni con il concept e la danza di Laura Zago e Giorgio Tollot.
Questi alberi, che per i soldati della Prima Guerra Mondiale sono stati spesso un rifugio, dei veri e propri amici, sono detentori di una memoria lunga anche più di un secolo. Una memoria andata in parte distrutta in quei maledetti giorni di fine ottobre quando i venti soffiarono a quasi duecento chilometri all’ora radendo al suolo ettari ed ettari di boschi. Ma il bosco vuole e deve rinascere. E sempre agli alberi è dedicato il finale dello spettacolo: una azione scenica con i Vaia Cube, per rendere simbolicamente un finale di speranza e per sostenere l’idea che sta alla base del loro design d’azione: il bosco continuerà a vivere negli amplificatori Vaia Cube ottenuti dal legno degli alberi distrutti dalla tempesta con l’impegno, per ogni Vaia Cube realizzato, di piantare un albero e contribuire così al rimboschimento.
Obiettivo del progetto creare luoghi della memoria nelle zone devastate e compromesse da due traumatiche vicende distanti un secolo una dall’altra che hanno lasciato tracce indelebili sul territorio. Destinatari del progetto, attraverso la scuola, le giovani generazioni. Ma non solo, un progetto che riguarda la memoria di tutti noi e che attraverso i video degli spettacoli che resteranno sempre a disposizione – e che hanno avuto ad oggi oltre 2.000 visualizzazioni – può e vuole continuare ad essere messaggio di pace.