Le Ferite del Paesaggio Montano Bellunese da Grande Guerra a Vaia. Promuovere Resilenza e Sviluppo Sostenibile
Chi

Fondazione Giovanni Angelini
Belluno

Cosa

Studi e Ricerche, Didattica e Formazione, Comunicazione e Promozione

Dove

Alto Bellunese:
Agordino, Val di Zoldo,
Ampezzano, Cadore, Comelico

Le Ferite del Paesaggio Montano Bellunese da Grande Guerra a Vaia. Promuovere Resilenza e Sviluppo Sostenibile

La Fondazione G. Angelini porta avanti azioni di divulgazione della ricerca scientifica tramite progetti che riguardano la tutela dell’ambiente e di chi vive e opera in montagna: la lettura degli eventi storici, come quello delle ferite al paesaggio del Bellunese nell’ultimo secolo, ci danno importanti insegnamenti su come trovare un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico.

Che i boschi veneti abbiano subito più volte danni molto gravi già in epoca medievale e moderna non solo per disastri naturali come frane ed alluvioni, ma pure per l’esagerato sfruttamento dell’uomo causato dai forni fusori legati alle attività minerarie e dal crescente fabbisogno di legname da parte dell’Arsenale di Venezia per motivi commerciali e militari, è cosa certa e documentata. Ma in siffatto contesto, due eventi in particolare si impongono alla nostra attenzione in epoca contemporanea, per il forte impatto naturalistico ed antropico e perché richiamano l’uomo alle sue responsabilità: la distruzione causata dalla Grande Guerra e la tempesta Vaia. In particolare, il recente disastro provocato dalla tempesta Vaia è pari, per entità dei danni inferti, a quello causato dalla Grande Guerra: cause e tempi dei due eventi sono ben diversi, ma riportano comunque a precise responsabilità dell’uomo, dirette nel caso dei tagli devastanti fatti in preparazione e durante la Grande Guerra, indirette tramite i profondi cambiamenti climatici indotti dallo sviluppo economico per i danni da Vaia.

Leggi tutto